

ALETHEIA è una delle figlie di Zeus. Il nome di sua madre non è stato però tramandato né da Parmenide né da Empedocle o da Platone.
ALETHEIA, creata completamente in argilla da Prometeo. Prometeo, che donò il fuoco agli uomini, per punizione divina fu incatenato a una montagna del Caucaso, dove un’aquila ogni giorno gli mangiava il fegato.
Durante la notte venne Dolos, aiutante di Prometeo e spirito della truffa e dell’inganno, e creò una figura identica ad ALETHEIA. L’argilla però non bastò per modellare i piedi.
Il mattino dopo Prometeo rimase stupito della straordinaria somiglianza tra le due figure, apparentemente identiche, e diede vita a entrambe.
A passo misurato, avvolta in una tunica bianca, ALETHEIA iniziò il suo cammino verso il futuro. Anche Apate, la divinità dell’inganno, si alzò, ma non riuscì a camminare e rimase bloccata sul posto.
ALETHEIA deve il suo nome al fiume Lete (e alla dea che porta lo stesso nome). Chi beve dalle sue acque – cioè tutti i mortali dopo la morte e prima della nascita – viene avvolto dall’oblio.
ALETHEIA è colei che ricorda, che porta alla luce ciò che è dimenticato, ciò che è nascosto, ciò che è segreto e in balia dell’oscurità. Rimanda all’essenziale e in questo modo mostra la VERITÀ.